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Jo Weaver

“Voglio celebrare il mondo naturale, la pace e la rassicurazione che si possono raggiungere se si mantiene con l’ambiente un rapporto profondo. Proprio come la costante presenza amorevole di un genitore rassicura il proprio figlio.” Nel nord di Londra, dove vive Jo Weaver – un cognome che è già un programma dato che in inglese ‘weaver’ vuol dire ‘tessitore’– non è che ce ne siano tanti di animali selvaggi. Né molti ne ha incontrati alla Cambridge School of Art, dove si è diplomata in Children’s Book Illustration. La casa però la divide – oltre che con sei pesci, due tartarughe e alcune coccinelle – con un esemplare barbuto e due cuccioli d’uomo. Orsi, balene, tigri e fenicotteri, sono gli animali schivi che lei ha saputo ritrarre a carboncino con una sensibilità rara. La grandezza e la bellezza della natura e dei rapporti affettivi sono il filo rosso che lega tutti i suoi libri. Quando le è stato chiesto che cosa le piace disegnare più spesso, ha risposto, immediatamente e senza alcun tentennamento: animali dall’aspetto furtivo. In ogni caso, dopo aver bevuto una tazza di tè e sempre accompagnata dalle note di Desert Island Discs, la trasmissione musicale della BBC. Finalista nel 2014 del prestigioso The AOI Illustration New Talent Awards, “Piccola Orsa” (orecchio acerbo, 2016) è il primo libro che ha scritto e illustrato e ha vinto numerosi riconoscimenti in tutto il mondo fra cui, nel nostro Paese, il premio Nati per Leggere e il premio Cento. Nel catalogo di orecchio acerbo anche “Piccola Balena” (2018), “Piccole tigri” (2019), Bibi (2022) e "Due piccoli gorilla (2025).