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O. Henry

O. Henry

Definito la risposta americana a Guy de Maupassant, O. Henry è il padre del racconto breve americano. Tanto adorato dai suoi lettori quanto spesso stroncato dalla critica, conosciuto nel mondo con lo pseudonimo di O. Henry, William Sydney Porter nacque a Greensboro nel 1862 e morì a New York nel 1910. Agli esordi della sua carriera, per lui la scrittura fu solo un’attività secondaria. Per mantenere la sua giovane famiglia, fece mille lavori: farmacista, disegnatore, cantante di un certo successo, contabile; solo in seguito -incoraggiato dalla moglie- cominciò a collaborare sempre più con il mondo dell’editoria. Abile disegnatore, O. Henry fondò e diresse dal 1894 anche un settimanale umoristico, “The Rolling Stone”, ma le sue vignette risultarono troppo scomode ai potenti e la rivista fu costretta a chiudere ben presto. Chiamato allo “Huston Post”, la sua popolarità di scrittore di racconti, crebbe ancora, tuttavia, una condanna risalente al periodo in cui lavorava in banca, gli costò un soggiorno in carcere, durante il quale però non smise di scrivere. Uscito di prigione, nel 1902 si trasferì a New York dove, nell’arco di pochissimo tempo, scrisse per quotidiani e settimanali quasi quattrocento racconti. I suoi numerosissimi lettori ne adoravano l’umorismo, l’ironia, i personaggi presi dalla strada, il gusto per i finali a sorpresa. Sebbene O. Henry fosse acuto e sobrio osservatore e narratore della realtà del suo tempo, e avesse fatto del racconto la sua cifra letteraria, diventando uno dei massimi esponenti di questo genere letterario, finì i suoi giorni a soli 48 anni, sconfitto da problemi finanziari e dall’alcolismo. A lui è intitolato un importante premio letterario statunitense, dedicato al racconto breve, che ha visto vincitori scrittori del calibro di Faulkner, Capote, King. Di O. Henry sono state pubblicate dieci raccolte di racconti, la prima delle quali fu “Cabbages And Kings” (1904). All’interno della raccolta “Four Million”, si trovano due dei racconti che più l’hanno reso famoso: "The Gift of the Magi" e "The Furnished Room”. Nel catalogo di orecchio acerbo,“Il dono dei Magi” illustrato da Ofra Amit (2013).