Lo zio del barbiere e la tigre che gli mangiò la testa
illustrazioni di Fabian Negrin
traduzione di Elio Vittorini € 8.5
Nato da genitori armeni emigrati negli Stati Uniti, William Saroyan (Fresno1908-1981) fece mille mestieri prima di diventare scrittore e drammaturgo di fama. John Fante di lui scrisse: “La mano di Saroyan è piena di rabbia, una rabbia armena eppure americana: e soprattutto, la sua scrittura è fantastica, lirica fino all’ultimo punto, all’ultima virgola”. Eclettico, seppe fondere nei suoi ritratti umani un forte umorismo e profonda sensibilità. La sua storia personale -conobbe povertà e ricchezza estreme- traspare nella sua narrazione attenta di una America minore. Con una semplicità mai melensa o banale, con una disinvoltura che ricorda il racconto orale scrisse piccole storie di vite difficili. Forse in nome di questo, rifiutò il Pulitzer che gli venne conferito nel 1939. Il suo necrologio, autoprodotto e frutto di uno slancio egocentrico, recita: “Naturalmente sapevo che gli uomini muoiono, ma pensavo che per me avrebbero fatto un’eccezione. E adesso?”