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L’incanto del buio

Racconto di Natale

illustrazioni di Claudia Palmarucci
ISBN 9788832070774

16,50 15,68

Descrizione

L’incanto del buio

Oggi è Natale. In attesa di scambiarsi i regali, Pietro e Giulia, amici da sempre, giocano a “buio”. Nell’oscurità della camera, al tatto, gli oggetti che hanno raccolto e poi sparso sul pavimento diventano altro nelle loro parole: una forchetta può essere la chiave di un forziere, una scarpa è forse il letto di una fata. Quando le loro mani s’incontrano al buio, viene naturale per Giulia e Pietro dare un nome anche ai loro sogni: un’archeologa e un airone sta per dire Pietro, un pilota d’aereo e un cervo, sta pensando Giulia. Qualcuno apre la porta e accende la luce. Il buio svanisce e l’incanto s’interrompe, i loro sogni tornano svelti a nascondersi, ma non spariscono, perché è nel domani la chiave per diventare realtà.
La magia di un racconto autentico d’infanzia, un ritratto del legame profondo e inesauribile che due bambini si regalano a vicenda, lontano dal mondo reale e dalle lucine dell’albero.

Dicembre 2022
Età: dai 5 anni in su
Pagine: 32
Formato: 21,4 x 30,8
Pubblicato in: anche in francese, coreano, cinese complesso
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Intro.
Oggi è Natale e due bambini amici fanno il gioco del buio. Nell’oscurità della camera, al tatto, gli oggetti sparsi sul pavimento diventano altro nelle loro parole. Quando le loro mani s’incontrano al buio, viene naturale per Giulia e Pietro dare un nome anche ai loro sogni. Qualcuno apre la porta e accende la luce. Il buio svanisce e l’incanto s’interrompe, i loro sogni tornano svelti a nascondersi, ma non spariscono, perché è nel domani la chiave per diventare realtà.
1. Il gioco del quasi buio
Ti sarà capitato di fare l’esperienza del buio, ossia di essere in un luogo e non vedere quasi nulla. In quel quasi sta la differenza. Di solito attraversare il quasi buio è una sensazione che crea disagio e a volte paura e terrore perché i consueti punti di riferimento visivi si perdono. Tuttavia i non vedenti, che al buio vivono sempre, imparano a utilizzare al meglio altri sistemi di orientamento e movimento nello spazio. Provate a bendarvi gli occhi per un’ora e cercate di capire quali possano essere gli aiuti che vi arrivano dagli altri quattro sensi. Sarà un’esperienza ‘illuminante’.
2. La forma delle cose
Il gioco che fanno Giulia e Pietro è molto divertente perché attiva l’immaginazione. Di ogni oggetto che ci circonda se ne può immaginare una definizione diversa, anche solo valutandone la forma, così come fanno loro ad occhi bendati attraverso il tatto. In classe sarebbe bellissimo se, ognuno al proprio banco stesse con gli occhi bendati, e l’insegnante davanti ad ognuno depositasse un oggetto. Con il solo uso delle dita, provare a riconoscerlo per quello che è e, immediatamente dopo, dopo averne studiato bene la forma, provare a definirlo diversamente. Come nel libro: una forchetta è il dente di un animale preistorico? Una scarpa, la casa di uno gnomo?
3. L’incanto del futuro
Quando le mani dei due bambini si incontrano accade una cosa bellissima ed emotivamente molto potente, ossia ognuno dei due si sfiora e vede nell’altro il futuro che desidera. Questo non è solo un atto di grande conoscenza reciproca, ma è anche un atto di profonda amicizia nell’augurare all’altro la realizzazione di un sogno in cui crede. Qual è il tuo sogno più forte per il futuro? Lo hai mai confidato a una persona che ti è cara? E tu sapresti dire quali siano i sogni delle persone a te più care?
4. Raccontare con le figure
Claudia Palmarucci è una grandissima illustratrice. I suoi libri hanno ricevuto riconoscimenti molto importanti, anche a livello internazionale. La maggior parte dei libri che ha illustrato li trovi nel catalogo di Orecchio acerbo. Un gioco che potresti fare da solo è sfogliare il catalogo on line e provare a riconoscerli, guardando solo la copertina: I suoi disegni sono sempre molto riconoscibili perché sono molto particolari. Quali sono i caratteri che potresti definire come ‘propri’ e che si ritrovano spesso nelle tavole di Claudia Palmarucci?
5. Accendere la luce
Il contesto in cui Francesca Scotti ambienta questa sua bellissima storia è una casa piena di parenti e amici, la sera di Natale. Forse la ragione di questa scelta sta nel fatto che in occasioni del genere si riuniscono sotto lo stesso tetto sia piccoli che grandi, con i loro due modi molto diversi di vivere. Qui, per esempio, è proprio un adulto, con il suo irrompere nella stanza e accendere la luce, a rompere l’incanto. Secondo te la Scotti ha voluto con questo creare una bella metafora? E se così è, ti è mai capitato che un grande – metaforicamente parlando – rompesse un incanto dentro cui stavi così bene?
6. Tradizioni di Natale
Il Natale è una festa che è difficile ignorare, qualora la tua religione di appartenenza non sia quella cattolica. Se invece sei cattolico, essa rappresenta forse la ricorrenza più importante e sentita che ci sia durante l’anno. Quali sono le cose che si riconoscono come ‘natalizie’ che accadono nel mese di dicembre, e anche un po’ prima?
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