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Rimario

(un po’ al dritto e un po’ al contrario)

illustrazioni di Arnal Ballester
traduzione di Francesca Lazzarato
ISBN 9788889025178

Non disponibile

Descrizione

Rimario

Una raccolta di poesie in cui ritmo e immaginazione si rincorrono a perdifiato: “dietro l’ele corre il fante”, la “bici segue la cletta”, il “rino sarà ceronte”, il “cocco è assai drillo”. “Giocattolo verbale” l’ha chiamato l’autore di questi versi, uno dei più grandi poeti venezuelani, Eugenio Montejo, nascosto dietro lo pseudonimo di Eduardo Polo. Un gioco nel quale i bambini sono maestri, reso ancora più avvincente e suggestivo dalle illustrazioni. E dalla traduzione “scritta in ita ed anche in liano”.

Marzo 2005
Genere: Poesia
Età: dai 5 anni in su
Pagine: 44
Formato: 22 x 22
Pubblicato in: spagnolo
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Intro
Un giocattolo verbale per sperimentare la propria lingua e azzardare la liberazione dagli schemi fissi della poesia e del disegno. Rima, accenti e figure finiscono nelle mani di due scoppiettanti giocolieri: un poeta venezuelano innamorato dei bambini e un illustratore spagnolo innamorato di Mirò.
1. Poesia è Fantasia
I bambini riescono a immaginare le conseguenze di fatti impossibili o altamente improbabili senza troppa fatica. Se usate per attivare la fantasia, anche le regole della lingua sembreranno meno antipatiche. Ad esempio: continuare le strofe di ‘Se fossi’, imparando a costruirle in rima ABCB; diventare un mancino prodigioso scrivendo parole ‘Al contrario’ e scoprendo i palindromi; cambiare una lettera come ne ‘Il rinoceronte’, creando le avventure di un grallo o di un elefonte; parlare con i compagni senza una vocale come in ‘Anna la rana’ o raccontare una storia lontana senza accenti come in ‘Stupidaggini’... Come gli altri, anche i giochi verbali hanno regole da rispettare.
2. Licenza poetica
Chi conosce le regole può però anche stravolgerle, usarle in libertà per ottenere risultati diversi e forse migliori. In poesia talvolta le regole imbrigliano il piacere del suono secondo modelli collaudati e sempre uguali (ad es. la rima o l’assonanza). Proviamo a trovare un modo originale per leggere o recitare o cantare ‘L’ippopotamo’, ‘La bicicletta’ o ‘La trappola’. Nella vita di tutti i giorni, esistono regole buone? Ingiuste? Inutili? Regole che potrebbero essere cambiate migliorando la vita? Cosa significa ‘darsi una regolata’? Chi sono gli ‘sregolati? E gli ‘irregolari’? Si può essere schiavi delle regole?
3. Parolimmagine
Nel libro parole e immagini sono una cosa sola. Descriviamo l’illustrazione di ‘Il treno’ prima di leggere il testo (e il titolo) e poi confrontiamola con la poesia: il nonno è diventato tutt’uno col treno. Più radicale ‘Il dugatto’: possiamo scrivere su foglietti diversi cose, mestieri e animali e attraverso un sorteggio accoppiare una cosa o un mestiere ad un animale, per poi inventarne la storia e infine illustrarla. Immaginiamo la giornata di una professorenna miope o di un panettoro allergico alla farina...
4. Nitido come un sogno
Le figure del libro sono dei veri e propri montaggi di cose disegnate con gran precisione su fondi coloratissimi e piatti. Mirò e i surrealisti spagnoli usavano colori primari, segni nitidi e campiture piatte per raffigurare i sogni: proviamo a disegnare il più strano dei nostri sogni...
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