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Orecchio acerbo

È un orecchio bambino, mi serve per capire
le voci che i grandi non stanno mai a sentire:
ascolto quello che dicono gli alberi, gli uccelli,
le nuvole che passano, i sassi, i ruscelli,
capisco anche i bambini quando dicono cose
che a un orecchio maturo sembrano misteriose…
Così disse il signore con un orecchio acerbo
quel giorno, sul diretto Capranica-Viterbo.
Gianni Rodari (da “Un signore maturo con un orecchio acerbo”, 1979)

La pubblicazione del nostro primo libro, nel dicembre 2001, è stata un po’ una scommessa: volevamo dar vita a una casa editrice contraddicendo le regole del mercato. Volevamo spostare il punto di vista, cercare un’altra prospettiva. Eravamo convinti – e lo siamo ancora – che non esiste la letteratura per ragazzi e quella per gli adulti. E che ai bambini si può, e si deve, parlare di tutto. Che non esiste “La Storia”, ma le storie, e che queste possono aiutare grandi e piccoli a capire la realtà in cui viviamo. Le storie che abbiamo pubblicato sono tutte al condizionale, tutte giocano su una possibilità. Che accadrebbe se il terribile lupo di Cappuccetto Rosso fosse in realtà innamorato di lei? Se nella nostra città si aprisse all’improvviso un grande buco terribilmente vorace? Se fosse una perfida strega a salvare un bambino che ha una stella gialla cucita sulla giacca? E se Pinocchio dicesse solo la verità in un mondo in cui la prima regola è mentire?
Questi “se” hanno guidato le nostre scelte e, insieme, la convinzione che non siano solo le parole a poter raccontare. In ogni libro ci siamo divertiti a leggere la storia disegnata dal testo e quella raccontata dai disegni e abbiamo provato a creare la nostra musica facendoli suonare insieme.

In principio avevamo deciso di fare libri tutti dello stesso formato, a organetto, lunghi un metro. Dopo poco tempo ci siamo convinti che ogni storia debba trovare il suo formato, la sua carta, la sua confezione, la sua grafica, le sue illustrazioni. Un libro si legge con il cervello, ma anche con il cuore, con le mani, con gli occhi. Gli occhi riflettono in un duplice senso: riflettono la realtà, come in uno specchio, e, al tempo stesso, dagli occhi parte una riflessione, un pensiero. Imparare a riconoscere ciò che è bello è una possibilità in più di spegnere il brutto.

Orecchio acerbo è anche uno studio grafico. Nel corso degli anni, proprio attraverso il lavoro dello studio, con alcuni autori si sono sviluppati rapporti molto forti, vere amicizie, rafforzate anche da percorsi comuni. O meglio, luoghi, come Dolce vita, Nessuno tocchi Caino o Lo straniero. Tutte riviste con un progetto al tempo stesso etico ed estetico. È da queste amicizie – con Fabian Negrin, Goffredo Fofi, Lorenzo Mattotti, Marco Baliani, Mara Cerri, GiPi, Brad Holland, Gabriella Giandelli, Francesca Ghermandi, Arnal Ballester, Marina Sagona, Oreste Zevola, Pedro Scassa, Spider – che sono nati molti dei nostri libri. E altri libri hanno dato vita a nuove e diverse amicizie, altri percorsi.

Oggi possiamo dire che quella scommessa, fatta sette anni fa, è vinta. Ed è anche persa. La casa editrice esiste, e quindi la scommessa è vinta. I riconoscimenti non ci mancano, ultime le due menzioni al Bologna Ragazzi Award per “Il libro sbilenco” e “L’albergo delle fiabe”.
Al tempo stesso ci siamo resi conto che è tutto vero: in libreria, per avere successo, bisogna essere banali, avere molti soldi e, soprattutto, considerare i bambini come qualunque altro oggetto di mercato. Ma ora quella scommessa non c’interessa più. I bambini, i ragazzi, sono quello che c’interessa. La loro solitudine, la loro curiosità, il loro mondo, così diverso dal nostro. Un mondo dove il fasullo non può esistere. Un mondo dove ogni cosa è possibile, dove i sogni -o gli incubi- diventano realtà. Dove tutto avviene ora e qui, ed è tutto vero. Un mondo terribilmente fragile.

Non abbiamo collane, ma da qualche anno i nostri libri hanno qualcosa in comune: un foglietto illustrativo, identico a quello dei medicinali. Vi sono scritte indicazioni, controindicazioni, effetti collaterali, interazioni e scadenza. Alla voce categoria si legge:
Libri per ragazzi che non recano danno agli adulti / libri per adulti che non recano danno ai ragazzi.

fausta orecchio, gennaio 2009

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