“Guardando indietro, noto che i miei albi hanno quasi sempre a che fare con lo scorrere del tempo, o con la sua mancanza. Spesso al centro c’è la relazione privilegiata con i luoghi in cui vaghiamo o anche con quelli in cui ci fermiamo. È come una sorta di andirivieni del mondo, delle stagioni che si susseguono, dei posti in cui siamo spinti a tornare… Queste emozioni, raccolte nella vita reale, prendono forma attraverso immagini e parole. Ognuno di noi può trovare il proprio universo”. Anni fa, durante un festival in Francia, Anne Brouillard organizzò un atelier dal titolo Una passeggiata disegnata: l’osservazione del paesaggio è per lei la principale fonte di ispirazione di tutte le sue storie, che nascono come visioni per poi ricevere un loro testo. Nata a Lovanio, in Belgio nel 1967, si è formata all’Ecole Supérieure des Arts Saint-Luc a Bruxelles. Il suo primo libro risale al 1990, un libro senza parole intitolato “Trois Chats”, che venne subito pubblicato anche in Germania e negli Stati Uniti. A soli tre anni di distanza, arrivano per la sua arte i primi riconoscimenti a livello internazionale, tra i quali il Pomme d’or, ricevuto in occasione della Biennale d’illustrazione che si tiene a Bratislava. La critica le ha sempre riconosciuto un’unicità nella costruzione del suo universo visivo e una predilezione per la natura e i suoi abitanti, attraverso un linguaggio ibrido tra albo, fumetto e racconto. Spesso i suoi libri sono stati selezionati, come è accaduto per “Le sourire du loup” alla Fiera di Bologna o nell’Honor List di Ibby o come, ancora nel 2013 per “Voyage d’hiver” al Salone di Montreuil e nel 2017, con “La grande foret” al Prix Sorcières. Ha inoltre collezionato ben quattro candidature consecutive all’Astrid Lindgren Award ed è stata selezionata, nel 2020, per rappresentare il Belgio al prestigioso Hans Christian Andersen Award. Nel cataloogo di orecchio acerbo: “Nino” (2023), “Viaggio d’inverno” (2023) e “Gli esploratori della sera” (2025).