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Emilio Salgàri

Emilio Salgàri

Un solo viaggio per mare, tre mesi lungo l’Adriatico, dalla Dalmazia a Brindisi, a bordo del mercantile Italia Una, gli è bastato. Veronese, capitano senza patente nautica, Emilio Salgari (1862-1911) prende il largo della fantasia. E sogna infinite avventurose vicende di pirati e corsari e capitani, ora dispersi in oceani sconosciuti, ora rapiti in jungle selvagge, ora affascinati da misteriose culture. Come Mark Twain, Rudyard Kipling, Jules Verne e Herman Melville, il piccolo italiano ha fatto fantasticare milioni di giovani lettori. Grazie a personaggi come Sandokan, la “tigre della Malesia”, che debutta a puntate sul giornale «La nuova Arena» a partire dal 1883, e che nel 1900 con il fido Yanez de Gomena incanta i lettori del romanzo “Le tigri di Mompracem”. Ma anche a Suyodhana e agli strangolatori della dea Kalì nel cuore della jugla nera; al Corsaro Nero in fuga dalla noiosa provincia italiana per solcare i mari delle Antille; a Nuvola Rossa, al generale Custer e alla scotennatrice Minnehaha nelle immense praterie del Far West. Viaggi intercontinentali a basso costo. Quello di un romanzo tascabile. Ma anche grande attenzione agli effetti, sulle persone e sull’ambiente, della globalizzazione del XIX secolo, che si chiamava colonialismo. Nella vita reale, Salgari si scontra con continui problemi di salute e notevoli ristrettezze economiche: pagato a metro quadro come un artigiano di bassa lega, scrive a dismisura obbedendo a orari rigidissimi di lavoro indefesso, senza nemmeno il tempo di correggere e limare la fiumana fantastica in uscita libera. Nel 1910 tenta una prima volta il suicidio, che riuscirà successivamente al ricovero definitivo dell'amata moglie Aida in manicomio. Come aveva fatto suo padre nel 1889 e come faranno pure i suoi figli, nel 1931 e nel 1963. Ma i suoi eroi, grazie anche a celebri trasposizioni cinematografiche, vivono ancora, e fanno ormai parte dell’immaginario fantastico di tutti noi. nel catalogo di orecchio acerbo "L'isola di fuoco" illustrato da Luca Caimmi (2011).