Intro. Una lettera d'amore all'America. All'America nera. Alla forza, alla passione e alla perseveranza dei suoi più grandi artisti, atleti e attivisti. Ai sognatori. Una poesia che scava nel passato per portare alla luce la resistenza e il coraggio di chi sopravvive nel presente. E nel futuro. |
1. Per non dimenticare Qwame Alexander, un grande poeta afroamericano, ha deciso di scrivere questo testo in occasione della nascita della sua secondogenita, proprio qualche mese prima che fosse eletto il primo presidente afroamericano nella storia degli Stati Uniti. Con questa poesia ha voluto regalare a lei e a tutti gli afroamericani le parole necessarie per non dimenticare le proprie radici e per conoscere tutta la strada che chi è venuto prima ha fatto per la libertà e per la giustizia, per arrivare a creare un paese migliore in cui vivere. Se tu dovessi scrivere un ringraziamento a chi è venuto prima di te, chi citeresti e di cosa lo ringrazieresti? |
2. Per gli indiscutibili Tra loro, Qwame Alexander ricorda tutti coloro che hanno vissuto la schiavitù sulla propria pelle e vi si sono opposti con ogni mezzo, lottando per la parità dei diritti e l'uguaglianza di tutti gli uomini, a prescindere dal colore della pelle. Provate a ripercorrere le tappe drammatiche che hanno segnato una delle vergogne più grandi che ha macchiato la storia degli Stati Uniti d'America: la schiavitù e la segregazione. |
3. Black Lives Matter Dopo la morte di George Floyd questo slogan è stato pronunciato da milioni di persone in tutto il mondo. Chi crede nella giustizia e nell'uguaglianza è insorto contro la prevaricazione bianca nei confronti degli afroamericani che ancora nel 2020 possono essere uccisi con tanta crudeltà da un poliziotto che decide di farlo perché crede di averne il diritto. Provate a ripercorrere le più importanti tappe che hanno segnato il percorso di conquista della parità, a partire dai nomi di John Lewis, di Martin Luther King, di Malcom X, di Rosa Parks. Cosa differenzia le loro singole battaglie? Cosa li tiene insieme? |
4. I Have a Dream Questa frase l'ha pronunciata Martin Luther King in occasione di un suo famoso discorso pubblico. Ma potrebbero averla detta prima delle loro gare anche tutti quegli atleti afroamericani che hanno portato medaglie e record sotto il vessillo degli Stati Uniti nelle più grandi competizioni sportive. Alle Olimpiadi di Tokyo è successo che sotto la bandiera italiana abbiano sfilato molti atleti che non sono nati in Italia. Questo ha acceso un riflettore sul problema della cittadinanza. Molti di loro l'hanno conquistata solo al compimento del diciottesimo anno di età. Prova a capire cosa vuol dire ius soli e prova a dire la tua sul tema. |
5. We Shall Overcome We Shall Overcome, che letteralmente significa: noi vinceremo, noi andremo avanti, è il titolo di una bellissima canzone che Joan Baez ha reso famosa ma che ha radici molto più antiche. Associata spesso alle lotte per i diritti civili, questa canzone potrebbe rappresentare molto bene anche tutti coloro che con il loro talento hanno reso l'arte e la musica nera un'eccellenza della cultura americana. Il jazz, il soul, il rythm and blues, il gospel sono tutti generi musicali nati all'interno delle comunità afroamericane. In classe, dividetevi in gruppi, e fate una ricerca su ciascuno, trovate un brano musicale significativo per ogni genere e ascoltatelo insieme. |
6. In copertina: da Norman Rockwell a Kadir Nelson Sarebbe interessante in classe ragionare sul rapporto tra immagine e pubblico e fare un confronto fra due giganti dell'illustrazione e del ritratto: Norman Rockwell e Kadir Nelson. Il primo per lungo tempo nelle sue copertine ignorò del tutto gli afroamericani e le loro battaglie per i diritti civili. Poi nel 1961 pubblicò sul Saturday Evening Post “The golden Rule” e nel 1964, su Look, “The problem we all live with”. Qui l'artista finalmente si schiera, ritraendo la scena di Ruby Bridges, di sei anni, mentre è scortata da quattro agenti a scuola. In anni molto più recenti, soprattutto sul New Yorker, Kadir Nelson diventa il ritrattista per antonomasia della cultura afroamericana. In ogni occasione possibile, e nel libro “Gli invincibili” in particolare, le sue immagini ne esaltano bellezza, valore e forza. |
7. #Oscarssowhite Naturalmente anche attraverso il cinema è possibile ragionare sul rapporto tra bianchi e afroamericani, sia attraverso classici come “Via col vento” di Victor Fleming, “Il buio oltre la siepe” di Robert Mulligan, “Mississipi Burning” di Alan Parker sono illuminanti. Sebbene la stessa industria cinematografica Usa si sia sempre dimostrata molto 'bianca - su 88 edizioni degli Oscar, sono meno di 20 le statuette che sono state assegnate ad afroamericani - tuttavia, oltre ai grandi registi 'neri' come Spike Lee con “Malcom X”, anche registi 'bianchi' come Steven Spielberg e Quentin Tarantino con i loro film “Amistad” e “Django Unchained” hanno preso una loro posizione dichiaratamente antirazzista. Organizzate in classe la visione di alcuni di questi film e poi discutetene assieme. |