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Lafcadio

Il leone che mirava in alto

traduzione di Elena Fantasia
ISBN 9788889025765

20,00 19,00

Descrizione

Lafcadio

Imparare a sparare è facile. Difficile è capire chi è il nemico. “C’era una volta un piccolo leone che si chiamava… in verità io non so come si chiamava perché viveva nella giungla con un mucchio di altri leoni e se aveva un nome non era di sicuro Gianni o Ernesto o roba del genere. No, era piuttosto un nome da leone, forse Grrrauf o Ruggrrg o Grmmfff o Grrrrr. Non c’è dubbio, aveva un nome così.” Allegro e socievole, voleva far amicizia con tutti. Anche con il cacciatore. Inutilmente però. Quello era deciso a sparargli. E così non gli restò che mangiarselo in un sol boccone. Tutt’intero, scarpe e berretto compresi. Ma non il fucile. Con quello cominciò a esercitarsi, e divenne infallibile. Lo scoprirono ben presto i cacciatori: di tutti quelli che s’avventurarono nella giungla nessuno fece ritorno. La sua fama passò i continenti, e anche l’oceano. E arrivò all’orecchio di Finchfinger, il proprietario del più grande circo americano, che gli fece una proposta che non poteva rifiutare: marshmallows – i dolcetti delizia di tutti i bambini e di tutti i dentisti – a colazione, pranzo e cena in cambio delle sue esibizioni sotto il tendone. Detto fatto, il nostro giovane leone divenne Lafcadio, e il fucile più famoso del circo dai tempi di Buffalo Bill. Londra, Mosca, Parigi… ovunque un successo clamoroso. E col successo, la ricchezza. Ma anche la noia. Di marshmallows non ne poteva più. Provò il golf, la pesca subacquea, il pattinaggio, la musica, il ballo, persino la pittura. Niente da fare, depressione totale. Finché gli fu proposta una battuta di caccia al leone in Africa… Un libro avventuroso, esilarante e commovente. Un classico della letteratura per ragazzi.

Aprile 2009
Età: dai 10 anni in su
Pagine: 112
Formato: 17 x 22,5
Pubblicato in: altre trenta lingue
Premio: Premio Soligatto 2010 | Finalista al Premio Andersen 2010 | Finalista al Premio Scelte di classe 2010
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Intro
Un romanzo di (s)formazione che parla al cuore dei pre-adolescenti: chi saremo, chi no, e chi un po’? Dalla penna esilarante e sensibile di Shel Silverstein, la famosa storia del leone umanizzato che non era più un leone come gli altri e non sapeva più chi fosse.
1. Il dubbio
Lafcadio non è un nome diffuso, ce ne rendiamo conto, ma ha una lunga storia alle spalle. Quasi cent'anni fa, un signore francese scrisse un romanzo molto complicato e avvincente, che fece molto discutere i lettori e i critici che si misero a ragionare (e a litigare) su cosa volesse dire l'autore e su cosa invece volesse tenere nascosto. Quel romanzo oggi non è molto conosciuto, forse è un po' passato di moda e magari non è un granché, ma a noi interessa moltissimo perchè in quelle pagine compare forse il primo Lafcadio della letteratura. Lafcadiò non era un leone: credette a una enorme bufala, si imbatté in vicende spesso comiche e talvolta terribili, vagò inseguendo denaro e successo, cercò invano la felicità. Insomma, il romanzo narra una grande truffa che si conclude con Lafcadiò in preda ai dubbi: cosa fare, cosa non fare, sono o non sono figlio di X come mi hanno detto, etc. Ha qualcosa in comune con Lafcadiò il nostro amico leone? E tu, hai mai avuto dubbi su come comportarti, su cosa fare? Hai mai seguito una falsa chimera? Come ti sei sentito?
2. Radici
Esiste poi un altro Lafcadio vissuto anche lui circa cent'anni fa: un uomo vero, non il personaggio di un libro, chiamato così dal nome dell'isola greca in cui nacque, Lefcada. Era Lafcadio Hearn, ma anche Koizumi Yakumo. Infatti era americano ma anche giapponese. Un tipo tutt’altro che noioso: dopo innumerevoli viaggi, si stabilì in America ma presto venne inviato dal giornale per cui lavorava in Giappone. Lì si sentì a casa, sposò la figlia di un samurai e divenne giapponese. Insomma, Lafcadio Hearn ha due nomi, due paesi, due vite... è americano o giapponese? Ha qualcosa in comune con Lafcadio-Koizumi il nostro amico leone? Si può essere leone e uomo contemporaneamente? È importante il senso di “appartenenza”? Senti di avere delle radici?
3. La malinconia del dandy
In una serie divertente di ritratti, l’elegantone Lafcadio è ormai un damerino: cosa fa tutto il giorno? Quali interessi cura? È felice? E tu, che rapporto hai con le cose, con gli abiti, con i cibi? Cosa ti rende felice? Ti sei mai sentito vuoto o arido o solo? In cosa consiste per te la felicità?
4. Ipnosi e inganno
La parola "marshmallow" farebbe venire l'acquolina in bocca a chiunque: sa di dolce, deliziosamente e disgustosamente appiccicoso e appiccicaticcio ("Sticky icky drippy runny gummy gooey goopy melted marshmallows!" cioè "appiccicose caramellose zuccherose squagliaticce gommose sdolcinate smancerose marshmallows fuse!"). I poeti conoscono bene il potere ipnotico delle parole, ma non sono gli unici: chi sono i professionisti delle parole? Che uso ne fanno?
5. Il corpo si esprime
Da un artista a tutto campo come Shel Silverstein il leone Lafcadio ottiene un corpo espressivo: prova a rifare tutte le pose che il leone assume nel libro! Hai mai osservato come dormi, come cammini, come ti siedi? Come abbracci e come baci? Cosa rivela il tuo corpo di te?
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