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Tre in tutto

illustrazioni di Isabella Labate
ISBN 9788899064853

Non disponibile

Descrizione

Tre in tutto

Una storia fantastica. Una storia vera. La storia di circa settantamila bambini del sud Italia che, finiti il fascismo e la guerra, salirono sui “treni della felicità” per raggiungere, al nord, famiglie di contadini, operai, impiegati che li salvarono da un destino di fame, povertà, malattia. È un bambino a raccontare: la guerra attraverso i boati delle bombe e il fischio delle sirene; la fame; il primo, lunghissimo, viaggio in treno; i canti partigiani e l’incanto del mare e della neve visti per la prima volta. La disperazione per la separazione dal fratello. “E poi, tante signore gentili”. Lo stupore per i due pasti al giorno. Il calore di queste “altre mamme” e le lacrime per la separazione al ritorno a casa, al sud. La gratitudine e l’amore. Fino ad oggi.

Agosto 2018
Età: dai 6 anni in su
Pagine: 36
Formato: 30 x 21,5
Premio: Premio Orbil 2019 | 2° nella classifica Liber migliori libri 2018 | Premio Legambiente 2019 coerenza grafica-testo | The White Ravens 2019
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Intro.
La storia di circa settantamila bambini del sud Italia che, finiti il fascismo e la guerra, salirono sui “treni della felicità” per raggiungere, al nord, famiglie di contadini, operai, impiegati che li salvarono da un destino di fame, povertà, malattia. È un bambino a raccontare: la guerra attraverso i boati delle bombe e il fischio delle sirene; la fame; il primo, lunghissimo, viaggio in treno; i canti partigiani e l’incanto del mare e della neve visti per la prima volta. La disperazione per la separazione dal fratello. “E poi, tante signore gentili”. Lo stupore per i due pasti al giorno. Il calore di queste “altre mamme” e le lacrime per la separazione al ritorno a casa, al sud. La gratitudine e l’amore. Fino a oggi.
1. La
La storia vera dei "treni della felicità'" mette in luce quella che per il nostro paese è una questione antica: ovvero il divario che esiste tra la ricchezza del nord del paese e la povertà del sud. In questo caso particolare, le famiglie del nord che ospitarono i bambini meridionali erano famiglie di operai e contadini, ciò nonostante per loro una bocca in più da sfamare non fece la differenza. Sebbene siano stati fatti alcuni passi avanti rispetto a quello che alla metà dell'Ottocento si definì "questione meridionale", questa differenza tra nord e sud oggi in cosa si concretizza secondo te?
2. Tutela: sostantivo femminile
Appena finita la guerra, le prime che si mobilitarono per costruire una rete che fosse di aiuto nel Meridione alle famiglie degli orfani di guerra o a quelle indigenti furono le donne dell'Udi (Unione Donne Italiane) che presero contatto con molte famiglie dell'Emilia Romagna, perché accogliessero i bambini e se ne prendessero cura per un periodo di tempo. Molto spesso va alle donne il merito di aver fatto la differenza nel prendere decisioni politiche importanti in ambito sociale per tutelare i diritti dei più deboli, per affermare la parità di genere. Nomi come Lina Merlin, Maria Cocco, Tina Anselmi, Livia Turco, Nilde Jotti a cosa si legano?
3. Da che pulpito!
Nonostante le ragioni che mossero i treni della felicità fossero umanitarie, la Chiesa si mise subito in allarme, perché temette che a livello politico il Partito Comunista, coinvolto nell'organizzazione, potesse trarne un vantaggio elettorale. Tuonare dal pulpito che i comunisti avrebbero mangiato i bambini o avrebbero bollito le loro ossa per farci sapone oggi sarebbe definita una fake news. Provate a ragionare insieme sul significato della parola propaganda e sui pericoli che essa può rappresentare su un'opinione pubblica poco informata e poco attenta. Hai degli esempi storici da raccontare?
4. Madri e figli Coraggio
Chissà quanti tra quei bambini messi su un treno per il nord e quante delle loro mamme alla vigilia della partenza avranno avuto paura, avranno pianto, avranno sentito la nostalgia. Eppure i sentimenti che sembrano aver trionfato su tutto e che in qualche modo hanno cancellato il dolore della separazione, sono stati quelli di gratitudine e di affetto reciproco fra famiglie. Il ritorno a casa dei propri figli, il vederli cresciuti e sani deve essere stata la ricompensa migliore per il loro grande atto di coraggio dimostrato nel lasciarli partire. Tu, al loro posto, avresti avuto il coraggio di quei bambini?
5. Di mamma ce n'è una sola?
Alla fine di questa storia i due fratelli protagonisti di mamme ne hanno addirittura tre: condividono la loro madre biologica cui si aggiungono le due madri che li hanno "adottati" temporaneamente. Conosci la differenza tra la parola adozione e la parola affido? La legge italiana è molto seria in questo ambito e tutela al massimo i diritti dei bambini, ma a tuo modo di vedere, quali dovrebbero essere le condizioni necessarie affinché una famiglia possa avere dei bambini in affido? Dal tuo punto di vista di bambino, ci sono differenze tra una mamma biologica e una mamma adottiva?
6. Gli aerei della felicità
La storia raccontata in "Tre in tutto" si ispira a fatti avvenuti realmente a partire dal 1946 al 1952. Le guerre colpiscono soprattutto la popolazione civile, soprattutto i bambini. Ne è una prova il grande flusso di migranti, tra cui anche molti minori, che da anni fuggono dai conflitti in patria. Se non perdono la vita durante il lungo viaggio, approdano sulle coste italiane in cerca di una vita migliore. Nonostante l'Italia abbia conosciuto la guerra e l'emigrazione per povertà, ti sembra che la politica faccia tutto il possibile per aiutare chi fugge dalla guerra? Hai mai sentito parlare dei corridoi umanitari? Chi li organizza? Che cosa sono le ONG?
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