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Lo zio del barbiere e la tigre che gli mangiò la testa

illustrazioni di Fabian Negrin
traduzione di Elio Vittorini
a cura di Fabian Negrin
ISBN 9788899064532

8,50 8,08

Descrizione

Lo zio del barbiere e la tigre che gli mangiò la testa

La bottega di un barbiere armeno e un ragazzino che ha i capelli così lunghi che gli uccellini ci hanno fatto il nido dentro. Giunto nella bottega di quello strano personaggio – che forse come barbiere non vale nulla ma come narratore nessuno lo batte – quel ragazzino sognatore ascolta la storia di un uomo forte e coraggioso che finì a lavorare in un circo. Dalla Cina all’India, dall’India all’Afghanistan, dall’Afghanistan alla Persia, ogni giorno quell’uomo intrepido metteva la testa nella bocca di una tigre…

Marzo 2017
Collana: Pulci nell'orecchio
Genere: Classici
Età: dagli 8 anni in su
Pagine: 40
Formato: 11 x 18,5
fileUna tigre per amico
2017-02-26-Il Sole 24 ore
filePulci sugli scaffali
2017-03-19-Robinson La repubblica
filePulci nell'Orecchio
2017-03-18-Gazzetta di Modena
filePulci nell'Orecchio (acerbo)
2017-03-27-Atlantidekids
fileNarrativa, classici, in collana.
2017-04-07-Alice nel paese dei bambini
fileLe pulci nell'orecchio
2017-04-01-Hamelin
fileCandida e gli altri
2017-04-01-Andersen
filePer i piccoli graphic novel, eroi quotidiani e tanto noir
2017-04-04-Avvenire
filePulci nell'orecchio e quadri falsi
2017-04-18-Edublog
file'pulci nell'orecchio' riscrittura di classici
2017-05-01-Il pepe verde
fileLa pulce nell'orecchio
2017-07-17-Corriere di Viterbo
Intro.
Una bottega di barbiere americano e un ragazzino che ha i capelli così lunghi che gli uccellini ci hanno fatto il nido dentro. Giunto nella bottega di quello strano barbiere armeno, che forse come barbiere non vale nulla ma come narratore di storie nessuno lo batte, quel ragazzino sognatore ascolta la triste storia di quell’uomo coraggioso che in un circo metteva tutti i giorni la testa nella bocca di una tigre. Ogni giorno lo stesso numero e ogni giorno arrivava l’applauso finale che accresceva la sua fiducia nella buona stella. Finché un giorno la tigre chiuse la bocca e non la riaprì.
1. Pensa a Sansone.
Tutto il mondo se la prende con i capelli troppo lunghi, troppo folti, di quel ragazzino che, invece, considera la sua testa piena di ricci un elemento di forza, un po’ come i capelli di Sansone, un elemento di distinzione, che lo rende particolare rispetto agli altri. Ognuno di noi ha qualcosa di speciale che lo rende unico e diverso. Sentirsi non omologati può essere difficile da sostenere, ma anche molto bello perché permette di distinguersi. Tu cosa riconosci in te quale elemento particolare che ti fa risaltare rispetto a tutti gli altri?
2. Il calore sulla terra.
Sdraiato sotto un albero, questo ragazzino lascia andare in libertà i propri pensieri. Sarà il Sole caldo, sarà la spensieratezza di quel giorno ma la bellezza di essere bambini è racchiusa in quei pochi pensieri che Saroyan mette nella sua testa piena di capelli. Sognare che il mondo non abbia fine, che non ci sia la morte: giorno dopo giorno muoversi, respirare, mangiare, parlare e ridere, dormire e crescere. Ti riconosci nei suoi pensieri? Quali sono i pensieri o i luoghi che ti fanno sentire in armonia con il resto del mondo, con ciò che ti circonda?
3. Il passero nei capelli.
La riflessione, il risveglio, succede al sogno di un’armonia totale. L’uccello che cerca di fare il nido tra i suoi capelli e canta con voce melodiosa, ma il suo canto, così lo interpreta il ragazzino, è un’orazione al pianto. Al pianto per i dolori dell’umanità, le avversità che la vita ti riserva. Nella sua testa nasce così l’idea che la vita sia naturalmente fatta di dolore da una parte e gioia dall’altra. Hai mai pensato a quanto effimera sia talvolta la felicità? Racconta di quella volta che hai pensato che l’unica cosa da fare fosse ‘piangere, piangere, piangere’…
4. Un uomo che sa.
Il barbiere di via Mariposa è un uomo non comune e subito lo si capisce per il suo modo calmo di affrontare la vita. I suoi occhi, scrive Saroyan, paiono dire ‘Io so tutto del mondo e amo anche il peggio che ogni giorno mi compare davanti’. Più che barbiere, sembra essere filosofo. Quel bambino ha undici anni e il barbiere più di cinquanta eppure si intendono molto meglio di chiunque altro. Ti è mai capitato di trovare in una persona tanto più grande di te che abbia saputo condividere con te un po’ della sua saggezza? Che cosa ti ha insegnato e che ricordo ti porti nella mente?
5. Il povero zio Misak.
Il povero zio Misak. Il barbiere armeno non è solo un gran filosofo, è soprattutto un grande narratore di storie. Quella che racconta a quel ragazzino seduto sulla sua sedia è una storia lunga che lo riempie di stupore. La storia di un uomo valente che le avversità della vita portarono a lavorare in un circo davanti alla bocca spalancata di una tigre. Con coraggio e rassegnazione, stanco del mondo, il povero zio Misak ha sempre sfidato il suo destino e adesso lo fa di nuovo, due volte al giorno. Fino al giorno che la tigre quella bocca la chiude. Con la sua testa dentro. Il finale della storia del barbiere gela il sangue di chi ascolta. Perché secondo te un uomo così sapiente la racconta a quel ragazzino? Tu nelle storie cosa vai cercando?
6. Diventare grandi.
Questo racconto brevissimo di Saroyan racconta un altrettanto breve episodio della vita di un ragazzino di undici anni che ha la fortuna (o la sfortuna) di capitare in quel salone da barbiere. Eppure nella sua brevità ha qualcosa di fulminante. C’è un momento nella vita di ciascuno in cui si percepisce l’inizio della fine dell’infanzia e spesso coincide con il disvelamento della realtà nella sua crudezza. Nella testa di quel ragazzino il pensiero di come veramente vada il mondo c’è già, ma la sua ingenuità di bambino lo tiene ancora al sicuro. Sentirselo raccontare fa la differenza. Tu sapresti ricordare quando nel velo della tua ingenuità si è aperto uno squarcio?
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